Etichette: definizioni lapidarie che appiccichi addosso agli altri per “inquadrarli” o addosso a te stessa/o per farti un’idea stabile (e molto limitata) di chi sei. ⁣

E questo per la solita ragione, che è più facile giudicare che pensare, è più veloce etichettare, e anche etichettarsi, che fare lo sforzo di essere diversi.⁣

“Eh, ma io sono troppo timida/o”, Sono proprio negata/o a cucinare”, “Non sono affettuosa/o, non riesco a dire ‘ti voglio bene’”.

Le etichette hanno due origini:⁣

  1. Ci sono quelle che ti mettono addosso gli altri, spesso fin dall’infanzia e ti restano attaccate per molti anni, magari per tutta la vita⁣
  1. E poi ci sono quelle che hai scelto e ti sei cucita/o addosso da sola/o per evitare incombenze o lo sforzo di dover affrontare cose nuove, o noiose o difficili.⁣

In un caso o nell’altro, ogni volta che dici “io sono così” stai dicendo di essere un prodotto fatto e finito che non può cambiare, evolvere, migliorare mai.⁣

Le etichette sono utili finché sono funzionali e scelte consapevolmente, ma quando ti impediscono di aprirti a nuove esperienze e di scoprire nuove parti di te sono assolutamente da eliminare. ⁣

Come fare? 

Tre suggerimenti che ho sperimentato personalmente e che consiglio sempre a chi lavora con me:⁣

✨Sostituisci nei tuoi pensieri ⁣

“Io sono così” con “Io ero così”.⁣

✨Stabilisci piccoli obiettivi comportamentali quotidiani ⁣

che ti portino ad allontanarti ⁣

un po’ alla volta dalla tua ⁣

auto-definizione. ⁣

✨Tieni un pomeriggio libero in agenda e dedicalo a fare qualcosa che non hai mai fatto prima.⁣

Buoni strappi di vecchie etichette e buone scoperte! 💫

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